L'intento di questa trattazione è dare ai "non addetti ai lavori" alcuni concetti elementari su che cosa è la displasia dell'anca, è ovvio che per la complessità dell'argomento, questa trattazione può prestare il fianco a critiche e puntualizzazioni da parte dei lettori più esperti, che se pur bene accette, non sono si prestano agli scopi di questo lavoro.La displasia dell’anca è un’anomalia di formazione e di sviluppo dell’articolazione coxo-femorale che può essere riscontrata in tutte le specie di animali domestici, ma assume particolare risalto nel cane. Consiste in una malformazione dell’articolazione coxo-femorale nella sua componente acetabolare (displasia dell’anca di tipo acetabolare), femorale (displasia dell’anca di tipo femorale ) o di entrambe le componenti, ciò produce un'incongruenza tra le superfici articolari con conseguente alterazione delle stesse; ciò porta inevitabilmente a malattia degenerativa articolare o artrosi cronica. E’ la malattia ortopedica di origine non traumatica più diffusa e conosciuta nei cani di taglia media, grande e gigante (taglie canine in cui la malattia ha maggior prevalenza e soprattutto si manifesta con maggior gravità). Essa costituisce la malattia ereditaria del cane che da più anni è stata oggetto di studi e di programmi di controllo; è stata studiata e diagnosticata in oltre 150 razze canine.
Le Cause
Questa è una patologia multifattoriale, ossia numerosi fattori, quali quelli genetici, ambientali e nutrizionali, entrano in gioco nel suo sviluppo e nel determinarne la gravità. La displasia dell’anca è considerata una malattia ereditaria, pur non essendo congenita, con modalità di trasmissione determinate da numerosi geni, cosa che ne rende difficile l'identificazione dei soggetti portatori. Ciò significa che la malattia può essere trasmessa, con modalità ancora non chiarite, da un genitore ad un discendente, ma non è comunque presente quando il cane nasce perché la stessa articolazione si conforma durante il periodo della crescita. Le alterazioni anatomiche poligenetiche si osservano sul processo di formazione dell’acetabolo, oppure sullo sviluppo dei mezzi di contenimento, attivi (muscoli del bacino), e passivi (legamento rotondo e capsula articolare) dell’articolazione coxo-femorale. Indipendentemente dai fattori ereditari, anche caratteristiche morfologiche di razza e condizioni endocrine individuali possono rivestire un ruolo complementare nella genesi della malattia. Tra le condizioni ambientali, il movimento troppo intenso di cuccioli in rapido accrescimento, eccessivamente pesanti, tenuti liberi in ambiente accidentato, può favorire l’aggravamento della condizione patologica. Anche il sesso dell’animale può condizionare la comparsa della displasia; nel cane le femmine sono colpite in rapporto 3:1 rispetto ai maschi, questo è dovuto alla presenza di ormoni femminili, in quanto gli estrogeni e la relaxina determinano un rilassamento della capsule articolare. Nei cani displasici, la cavità acetabolare risulta troppo ampia, poco profonda e con margini insufficientemente rilevati. Ne risulta una instabilità della testa del femore nel corso del movimento che, con il progredire dello sviluppo dell’animale, determinano manifestazioni consequenziali di tipo artrosico. Nei cani con displasia dell’anca, le modalità con cui si presentano i segni clinici e la loro gravità variano notevolmente da un soggetto all’altro. Il cane appare comunemente riluttante a muoversi, perché cerca di proteggere l’articolazione dolente. Si riscontra anche una modificazione del modo di correre, in quanto l’animale cerca di proteggere l’articolazione dolente assumendo una nuova andatura, che richieda minor movimento a livello dell’anca. L’animale può manifestare un quadro clinico caratterizzato da difficoltà ad alzarsi, a procedere ad andatura normale e a sdraiarsi, e mostrare dolore in seguito a manualità sugli arti posteriori.
Il controllo della malattia
Non essendo ancora state identificate le mappe genetiche del cane e quindi non essendo ancora stati identificati i geni responsabili della malattia per individuare i soggetti portatori, il controllo di queste razze può essere fatto oggi solo attraverso lo screening del fenotipo (ossia come sono fatte le articolazioni) dei riproduttori e di quanti più parenti possibili. Il controllo del fenotipo, infatti, avviene attraverso lo studio radiografico delle articolazioni delle anche e lo studio è eseguito all’età minima di un anno, per essere certi che le anche abbiano completato il loro sviluppo. L’età minima richiesta è di 12 mesi per tutte le razze, eccetto però quelle giganti (alani, molossi , s. bernardo , terranova , mastino napoletano) per le quali è di 18 mesi; altra eccezione riguarda razze come Leonberger, Rottweiler, Briard, Grande bovaro svizzero e Bovaro del Bernese per le quali l’età è di 15 mesi. Per i soggetti che vengono radiografati ad un’età superiore si deve tener conto delle modificazioni artosiche secondarie. L’esame radiografico viene effettuato sul cane anestetizzato o profondamente sedato e mantenuto in decubito dorsale.
Modalità di controllo della displasia nel mondo
In tutti i paesi dove si è sviluppata un'attività cinofila sono diventati operativi dei programmi di controllo che, presuppongono dei protocolli ufficiali tali da rendere accreditate, a livello nazionale ed internazionale, le certificazioni conseguite. Per la diversità temporale ed ambientale in cui si sono sviluppate tutte queste esperienze nei vari paesi del mondo, sono stati utilizzati diversi sistemi per il controllo e la classificazione della displasia dell’anca ed ancora oggi sono difficili i confronti tra le certificazioni emesse dai vari paesi e dalle varie organizzazioni. La Commissione Scientifica della FCI ha cercato di razionalizzare la classificazione della displasia dell’anca proponendo una classificazione in cinque gradi (A,B,C,D,E) che è stata adottata da molte nazioni e che permette comunque un confronto con quelle utilizzate in altri paesi che hanno mantenuto le loro precedenti classificazioni. La classificazione della FCI, ulteriormente suddivisa in sottoclassi (A1, A2; B1, B2; C1, C2; D1, D2; E1, E2) permette un immediato confronto ed una facile comparazione con le diverse classificazioni di Stati Uniti d’America, Regno Unito, Finlandia, Olanda, Svezia e Norvegia.
Esiste anche un prorocollo di clasificazione anglosassone (metodo Willis) a cui fanno riferimento gli allevatori delle razze tipicamente anglosassoni (Es. Golden e Labrador Retriever) che assegna un punteggio ad ogni alterazione rilevata.
Descrizione delle classi di displasia
Queste classi fanno riferimento ai cani di età compresa fra uno e due anni, sulla scorta della valutazione della proiezione ad arti tesi:
A) nessun segno di displasia (GRADO A): la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il margine acetabolare cranio-laterale appare netto e leggermente arrotondato. La rima acetabolare è sottile ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore.Nelle anche giudicabili eccellenti il margine acetabolare cranio-laterale include la testa del femore ancora di più in direzione latero-caudale.
B) anche quasi normali (GRADO B): la testa del femore e la cavità acetabolare sono leggermente incongruenti e l’angolo secondo Norberg è di circa 105°, oppure l’angolo di Norberg è inferiore a 105°, ma il centro della testa del femore si trova medialmente rispetto al margine acetabolare dorsale mentre la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti.
C) leggera displasia dell’anca (GRADO C):la testa del femore e l’acetabolo sono incongruenti, l’angolo secondo Norberg è di circa 100° e/o sussiste un leggero appiattimento del margine cranio-laterale dell’acetabolo. Sono presenti lievi irregolarità o leggeri segni di artrosi a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale od in corrispondenza del collo o della testa del femore.
D) displasia di grado medio (GRADO D): è presente un’incongruenza evidente tra testa del femore e cavità acetabolare con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è compreso tra 90 e 100°. Sono presenti segni riferibili ad osteoartrosi ed è evidente l’appiattimento del margine acetabolare cranio-laterale.
E) displasia grave (GRADO E): sono presenti modificazioni displastiche evidenti delle articolazioni coxo-femorali quali lussazione o marcata sublussazione, l’angolo acetabolare secondo Norberg è minore di 90°, c’è appiattimento del margini acetabolare craniale, deformazione della testa del femore (testa a fungo, appiattita) o altri segni di osteoartrosi.
Questa classificazione deve essere fatta sulla scorta del solo referto radiografico e deve essere il più obiettiva possibile. Lo schema di classificazione può essere adattato a cani più anziani tenendo in considerazione i segni secondari di artrosi in relazione all’età del cane.Sono adatti alla riproduzione solo i soggetti appartenenti alle tre categorie “a”, cioè normale (HD A), quasi normale (HD B) ed ancora ammesso (HD C) quest'ultimo grado può non essere ammesso per alcuni club di razza (es. doberman).
Tabella di paragone tra i diversi tipi di classificazione.
FCI (Europa) (ENCI in italia) | BVA (UK/Austalia) | SV (Germania) | OFA (USA) |
A 1 | 0-4 (NON>3/ANCA) | NORMALE | ECCELLENTE |
A 2 | 5-10 (NON >6/ANCA) | NORMALE | BUONO |
B 1 | 11-18 | NORMALE | SUFFICIENTE |
B 2 | 19-25 | QUASI NORMALE | BORDERLINE |
C | 26-35 | ANCORA CONSENTITO | LEGGERA DISPLASIA |
D | 36-50 | MEDIA DISPLASIA | MODERATA DISPLASIA |
E | 51-106 | GRAVE DISPLASIA | GRAVE DISPLASIA |
Tratto da: "DISPLASIE DI SVILUPPO DELL'ANCA E DEL GOMITO NEL BOVARO DEL BERNESE" Tesi di laurea anno accademico 2000/2001 del dr. Mai Fiorenzo, che si ringrazia per la gentile concessione. Le foto sono tratte dalla rete.
Argomenti correlati: Come difendersi dalla displasia dell'anca